Fondi per la sicurezza, i poliziotti tornano in piazza

TERAMO – Anche i poliziotti teramani aderenti al Sindacato italiano appartenenti di polizia aderiranno alla protesta indetta per domani sotto alla prefettura, sulla scia dell’iniziativa nazionale. Al centro della manifestazione, le critiche alla legge di stabilità e al disinteresse mostrato dal Governo nei confronti del personale del comparto sicurezza. Era successo già un anno fa, il 22 ottobre 2012, che i poliziotti scendessero in piazza. Come sottolinea il segretario provinciale del Siap, Ennio Falconi, i sindacati chiedono al Governo «lo sblocco del cosiddetto "tetto salariale" che consenta il superamento dell’attuale normativa e dei suoi effetti dannosi ed iniqui per il personale; la revisione del modello di sicurezza e dei presidi per una razionalizzazione nell’impiego delle risorse pubbliche oltre che una maggiore efficienza ed efficacia del servizio e più sicurezza per i cittadini; una legge delega per un riordino ordinamentale delle carriere del personale efficace e coerente con un nuovo modello di sicurezza e che valorizzi la professionalità dell’operatore di polizia e dei vigili del fuoco». Secondo il Siap il Governo «prosegue con i tagli lineari che colpiscono in modo indiscriminato ed iniquo gli operatori della sicurezza, che rischiano di compromettere la funzionalità dei servizi senza dare attuazione ad alcuna forma di  razionalizzazione della spesa». Tutto questo mentre il personale di polizia e vigili del fuoco, nonostante l’età media degli operatori (di circa 45 anni), continua a lavorare ed ottenere significativi successi nella lotta alla criminalità (basta vedere a Teramo le incessanti operazioni contro il crimine della Squadra Mobile), nel tutelare l’ordine e la sicurezza pubblica, con organici ridotti all’osso e senza il pagamento degli straordinari. La manifestazione si svolgerà domattina dalle 9 a mezzogiorno in largo San Matteo, con la distribuzione di volantini per sensibilizzare l’opinione pubblica «che deve sapere – conclude Falconi – che è la loro stessa sicurezza ad essere minata dal comportamento del Governo perché è evidente a tutti che la sicurezza dei cittadini, l’efficacia dei servizi e l’incolumità degli operatori sono molto compromesse e messe a rischio, da un Governo chiuso nelle sue stanze e lontano dalla realtà quotidiana».